Integrity Score 242
No Records Found
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Capita anche che colui che avrebbe dovuto solo gioire perché tornato a sfilare dopo i duri mesi del Covid, tra l’altro con una collezione che ha lasciato tutti a bocca aperta, scoppi in lacrime pensando ai bambini ucraini sotto le bombe. Ma questa è la moda ai tempi della guerra. Quella moda che, ormai l’abbiamo imparato, non è solo lustrini e paillettes ma migliaia di posti di lavoro, linfa dell’economia del nostro Paese e ciò che ci rende grandi nel mondo. E la moda lancia anche messaggi importanti, sa unire e fare riflettere. Giorgio Armani fu il primo a scegliere di non sfilare a inizio pandemia lanciando un messaggio forte. E anche oggi, con la decisione di sfilare senza musica in segno di rispetto per il popolo ucraino ha dimostrato grande sensibilità. Un gesto piccolo, se vogliamo, ma potente.
Seduta ad ammirare quella che è forse una delle più belle collezioni da lui disegnate era impossibile essere indifferenti. All’incedere delle modelle e dei modelli, ad ogni passo lento e misurato sull’intima passerella del Teatrino di via Borgonuovo, il cuore si faceva più pesante. Il silenzio diventava assordante. Solo gli applausi interrompevano di tanto in tanto quel silenzio. Applausi divenuti scroscianti all’ingresso di Giorgio Armani, orgoglioso del suo lavoro ma commosso e provato.